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Primeiro dia

LA TERZA SPONDA DEL FIUME

 

La prima giornata (primeiro dia) è dedicata a Guimarães Rosa (1908-1967), scrittore fondamentale per la letteratura latino americana, autore di Grande Sertão, Veredas, cattedrale del racconto e della rappresentazione, galassia di storie e linguaggi; i brani scelti saranno tratti da questo capolavoro assoluto della letteratura brasiliana e da La terza sponda del fiume, una raccolta di racconti che hanno per tema il viaggio. I protagonisti sono spesso i bambini e folli, gli unici esseri nei quali non è avvenuta la scissione tra realtà e magia, visibile e invisibile. 

La lettura sarà alternata dall’ascolto di tre autori che dialogano con il Sertão, l’immensa distesa di terra e acqua dove vivono le fantastiche storie di Guimarães Rosa. 

Segundo dia

OCCHI D’ACQUA 

 

Il Brasile è stato tra gli ultimi paesi al mondo ad abolire la schiavitù, ferita aperta che decodifica la disparità sociale che ancora oggi esiste tra tutti e i bianchi, ci spiega la cultura della violenza e il razzismo strutturale. O navio negreiro (1868), di Castro Alves, (la nave dei neri, degli schiavi) è il primo poema abolizionista della storia brasiliana, con il quale inizia questa seconda giornata di letture, di ingiustizia e dolore, ma anche di forza, di vita, di danza e di speranza. Oltre a Castro Alves (1847-1871), un brano di ‘Quarto do despejo’ (la stanza dell’addio, che è anche, per l’ambiguo significato della parola ‘despejo’, la stanza dei rifiuti) di Carolina Maria de Jesus (1914-1977), di Aratro Torto, recente successo letterario di Itamar Viera Junior (1979), e della poetessa Conceição Evaristo (1946).

Terceiro dia 

LA MANO SINISTRA DI VENERE

 

La sensualità e la diversità da una parte, e la voce monocratica del maschilismo più violento dall’altra. Da una parte le voci plurali dei sensi, degli elementi, dei suoni, dei carnevali, e dall’altra il fascismo pseudo-evangelico di Bolsonaro. In realtà quando si pensa e si dice corpo, la risposta è immediata, da una parte o dall’altra, perché in Brasile il corpo è Natura, con l’enne maiuscola, quella degli antichi, anima divina, e arriva prima ancora della parola, quella del potere: coloniale e impositiva. La terza giornata cerca di raccontare, anche solo come impressione, le complesse e molteplici identità dei corpi nella letteratura brasiliana, raffinata, erudita e popolare e poetica e fisica, come quella di Cristina Cesar, Ligia Fagundes Telles, Fernanda Young, Jarid Arraes, Amara Moira, Cora Coralina e altr@ 

Quarto dia

IL SENTIMENTO DEL MONDO

 

Cent’anni fa a San Paolo, molti intellettuali e artiste e artisti si sono riunite al Theatro Municipal in quella che oggi ricordiamo come La settimana d’arte moderna del ’22. Fu un episodio inaugurale di un nuovo ciclo artistico, che diede origine a tantissime produzioni creative. Sono gli anni del Manifesto antropofago di Oswald de Andrade, delle liriche di Carlos Drummond de Andrade e del dipinto di Tarsila de Amaral che ho scelto come immagine per il progetto, attualmente esposto al MOMA di New York, in una mostra che la afferma, con cent’anni di ritardo, come una delle più importanti pittrici del novecento. Il quarto incontro parte da queste originalissime prospettive di sperimentazione e da altrettanti frequenti ritardi critici europei e nord americani, per leggere i testi di autori che nel tempo, in luoghi diversi del paese, hanno lasciato un segno indelebile nel divenire letterario del Brasile. Letture di Oswald de Andrade, Carlos Drummond de Andrade, Machado de Assis, Clarice Lispector, Augusto e Haroldo de Campos, Manuel Bandeira, Ariano Suassuna. 

Quinto dia 

L’INVASORE

 

La letteratura teatrale e cinematografica, quella televisiva, quella che dalle pagine dei libri diventa graffito per le strade, dopo aver frequentato la bocca delle persone, nei mercati elettrici sotto i viadotti delle grandi città. Autrici e autori dotate di una scrittura agile e di una contemporaneità a volte intraducibile, che ad un certo punto compaiono come inquietanti presenze negli scaffali delle librerie metropolitane, invadono l’immaginario colto della borghesia accademica, arrivando però quasi sempre dalle periferie, come offsiders, o comunque dall’universo della cosiddetta marginalità culturale e sociale. A volte sono scomodi, spesso scrivono film di successo e serie tivù. Il quinto giorno è un'invasione nella letteratura urbana, per respirare il ritmo brasiliano delle grandi città. Letture di Fernando Bonassi, Marcelino Freire, Marçal Aquino, Patrícia Melo (sceneggiatrice del film O INVASOR, che dà il titolo alla giornata).

Sexto dia

LA CADUTA DEL CIELO 

 

Letture di Davi Kopenawa e Bruce Alves

La Caduta del Cielo è un libro di un importanza storica e politica indiscutibile, per il Brasile e per il mondo. Kopenawa è uno sciamano Yanomami, una grande tribù indigena della foresta pluviale compresa tra i fiumi Orinoco e il Rio delle Amazzoni, tra il Brasile e la Venezuela, è un leader del suo popolo, è uno dei più ascoltati portavoce della causa sempre tragica, sempre più urgente, che riguarda la devastazione del polmone del mondo: la foresta amazzonica, e del genocidio dei suoi abitanti. L’antropologo francese Bruce Alves dopo averlo frequentato, in diverse occasioni, per trent’anni, scrive le lunghe e preziosissime testimonianze orali dello sciamano Davi Kopenawa, ora di natura cosmogonica, ora biografica, ora politica. “Hai disegnato e fissato queste parole su pelli di carta, come ti ho chiesto. Sono andate lontano da me. Adesso vorrei che si dividessero propagandosi in ogni dove per essere veramente ascoltate”. Davi Kopenawa

LETTURE BRASILIANE 

sei incontri di parole e musica

Se dire Brasile è immediatamente dire danza e musica, colori forti e intensi, è dire oceano e foresta, è dire corpi e multicorpi, braccia, occhi, anticorpi, città grandi come regioni, è dire pelle, distese infinite di terre, rosse e verdi, è dire palloni, periferie, violenze, è dire sogni, amicizia, è dire lotta, aquiloni, è dire eleganza e fierezza, è dire Africa, è dire spiagge senza orizzonti, statali a otto corsie, scarpe da tennis appese ai fili elettrici, è dire magia, nuvole grandi come nazioni, è il sapere ancestrale degli alberi, è il vento, è il fuoco, è dire sterminio, un abbraccio, un aereo che passa, l'oriente, la luce, la speranza, è dire bambine e bambini che imparano a memoria tutte le parole del mondo, che a dirle tutte e a metterle in fila non basterebbero a dire Brasile, preghiera infinita, se dire Brasile vuol dire tante troppe cose, è vero che le scrittrici e gli scrittori brasiliani le hanno raccontate.

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Tarsilia do Amaral. Abaporu. 1928

In questo ciclo di letture mi e vi propongo di leggerne alcuni, di questi racconti, di questi paesaggi di prosa, poesia e teatro, parole in forma di danza, di rito, entrando quando si può nei suoni, nelle canzoni, che spesso sono già letteratura ancora prima di dire parola. 

 

Letture Brasiliane nasce come desiderio di comunicare l’arte e la letteratura di un paese che ho vissuto per vent’anni, in cui sono cresciuto, come artista e come uomo, e a cui devo tanto, forse troppo per restituirne anche un po’, quando li racconto, gl’interminabili Brasis, plurale di un paese immenso e ricco di lettere e letteratura, poco tradotta, poco raccontata, che mi provo quando non trovo, a tradurla, che mi provo a leggerla, in sei episodi di un’ora ciascuno, tra parola e musica. 

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